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Stazio Koppenberg

@giorgio51589046

Il y a en tout homme un spectateur et un acteur, celui qui parle et celui qui répond. ― Gérard de Nerval

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calendar_today20-10-2019 12:07:10

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Posare per un'altra? L'hai impedito... Gelosia. Il seno ti offusco ai due lati del cuore Appena mi distacco e il vetro, Come fosse un pugnale Mi passo in fronte, a sentire La febbre... Il tuo odio al Mio posto non cura, Lascia tutto com'era.

Posare per un'altra? 
L'hai impedito... Gelosia.
Il seno ti offusco ai due lati del cuore
Appena mi distacco e il vetro,
Come fosse un pugnale 
Mi passo in fronte, a sentire
La febbre... Il tuo odio al
Mio posto non cura,
Lascia tutto com'era.
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DOPPIO SENSO Forse a nuovo Questo saturo frutto Mi cadde nella mano E non altro che Sgualcito manto Ceruleo rese moderno Nel solco tracciato

DOPPIO SENSO

Forse a nuovo
Questo saturo frutto
Mi cadde nella mano
E non altro che 
Sgualcito manto
Ceruleo rese moderno
Nel solco tracciato
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Alla ricerca d'un satellite folle smarrito, d'un incontro stropicciato. Beccheggiate rocce che fanno male ai piedi sino all'attracco, proprio lì ci riconosceremo dalle conchiglie e da uno specchio. In forma di nervi placati risacca sulla neve di mare.

Alla ricerca d'un satellite folle
smarrito, d'un incontro stropicciato.
Beccheggiate rocce
che fanno male ai piedi
sino all'attracco,
proprio lì ci riconosceremo
dalle  conchiglie e da uno specchio.
In forma di nervi placati
risacca sulla neve di mare.
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Se a casa il profilo, dei boschi dietro ti inquieta e ombre strisciano a tintinnare sulle porte, patinare i vetri... Allora colgo dal soffitto il cielo con squarci nelle ragnatele, il mondo si distacca e cade il velo nel silenzio offrendo Altro, che bramo.

Se a casa il profilo, dei boschi
dietro ti inquieta
e ombre strisciano a tintinnare
sulle porte, patinare i vetri...
Allora colgo dal soffitto 
il cielo con squarci nelle
ragnatele, il mondo si distacca
e cade il velo nel silenzio
offrendo Altro, che bramo.
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Dato un tempo fui fronda A vento d'erba Spirale per ascendere, E sceso il manto come Brina in giugno, L'aderire a parole: Ritrovai sole e gelo Sia boccio che torba.

Dato un tempo fui fronda 
A vento d'erba 
Spirale per ascendere,
E sceso il manto come  
Brina in giugno, 
L'aderire a parole: 
Ritrovai sole e gelo 
Sia boccio che torba.
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PER IL MIO COMPLEANNO L'ultimo visse Contrario, passando A fianco di gorghi Traversò su sassi Il torrente, limpido Come la sponda Rispose, a sé stesso Mentre sgorgava torbida la propria fiamma, Alle spalle.

PER IL MIO COMPLEANNO 

L'ultimo visse
Contrario, passando
A fianco di gorghi
Traversò su sassi
Il torrente, limpido
Come la sponda 
Rispose, a sé stesso
Mentre sgorgava 
torbida la propria fiamma,
Alle spalle.
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OSSIDIANA Assiso E avverso, l'uomo tace Non passa il segno: Languore impassibile Distacco impossibile, Dagli dei muti Le pupille assenti, Un giorno all'oblio sarà dato Come spiccato da Ade l'altro Fu asceso. * Franz Stuck - Inferno, 1908.

OSSIDIANA

Assiso 
E avverso, l'uomo tace 
Non passa il segno:
Languore impassibile
Distacco impossibile,
Dagli dei muti
Le pupille assenti,
Un giorno all'oblio sarà dato
Come spiccato da Ade l'altro 
Fu asceso.

*

Franz Stuck - Inferno, 1908.
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Tracciato un limite, Assetato. Chi ha creato l'acqua Dove esiste un fuoco? Accendere la cenere Sotto l'esangue fiamma E' accanirsi Quando mi fermo rido; Folle continuare Avvizzendo nelle pieghe Carbonizzate di una foglia Caduta.

Tracciato un limite, 
Assetato. 
Chi ha creato l'acqua 
Dove esiste un fuoco? 
Accendere la cenere  
Sotto l'esangue fiamma 
E' accanirsi  
Quando mi fermo rido;
Folle continuare  
Avvizzendo nelle pieghe 
Carbonizzate di una foglia  
Caduta.
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Se fossi nuovo Arco uscito dalla freccia, Circondato emisferi E grondato tropici, Non avrei d'acconciarmi A parole Ma chiarirei in un indistinto Crepuscolare, per chissà Quale strale di tempo, L'abbagliante buio Eretto dal seno terrestre Su labbra in ultimo nato.

Se fossi nuovo 
Arco uscito dalla freccia,
Circondato emisferi
E grondato tropici,
Non avrei d'acconciarmi
A parole

Ma chiarirei in un indistinto 
Crepuscolare, per chissà
Quale strale di tempo,
L'abbagliante buio
Eretto dal seno terrestre
Su labbra in ultimo nato.
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Demone meridiano Che, esposto al gelo Senti la brezza Farsi più smorzata, Cristallizzarsi nell'uomo Fra l'erba alta senza cura, Mentre la tua si stringe, Le dita a colonna s'alza dolmen Rimasto di sasso, A celare Regnante quanto meschino Nature cangianti su variopinti fili.

Demone meridiano
Che, esposto al gelo
Senti la brezza
Farsi più smorzata,
Cristallizzarsi nell'uomo
Fra l'erba alta
senza cura,
Mentre la tua si stringe,
Le dita a colonna
s'alza dolmen
Rimasto di sasso,
A celare
Regnante quanto meschino
Nature cangianti su variopinti fili.
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Assenso Al tentativo fatto, Un riflesso di torti subiti Ti ha concesso odio E lasciato stanco. Procurarsi vendetta E' un privilegio con crepe, Solitaria prospettiva Ce fa belli, ma sgretola In opaco pulviscolo. Il Suicidio di Aiace - Calice/Cratere etrusco, ca. 400–350 aC.

Assenso
Al tentativo fatto, 
Un riflesso di torti subiti
Ti ha concesso odio
E lasciato stanco.
Procurarsi vendetta
E' un privilegio con crepe,
Solitaria prospettiva
Ce fa belli, ma sgretola
In opaco pulviscolo.

Il Suicidio di Aiace - Calice/Cratere etrusco, ca. 400–350 aC.
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Trascorre, e appare Come un barbaglio Di lontananza silente, Sovra al petto nei giorni La scia percepibile Appena degli antichi, Segni quanto tagli Giorni che furono, E tornano a farsi.

Trascorre, e appare  
Come un barbaglio  
Di lontananza silente,  
Sovra al petto nei giorni  
La scia percepibile  
Appena degli antichi,  
Segni quanto tagli  
Giorni che furono,  
E tornano a farsi.
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SOGNO E IPERURANIO Mi sento tutto Il suono Sotto le ali, L'armonia delle sfere La monocromia Erano false Idee, Riconosco adesso Che ascendo dal suolo.

SOGNO E IPERURANIO

Mi sento tutto
Il suono
Sotto le ali,
L'armonia delle sfere
La monocromia
Erano false
Idee,
Riconosco adesso
Che ascendo dal suolo.
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LUCE FILIGRANATA Non gesti quanto l'eco Spezzato Sceso dalla folla All'eremo, il mio Sonno perduto Ma almeno l'alba Che diviene stella; Quante sere uccise Eppure non scritti Gli stessi ricordi, Come goccia a granelli Lontano dagli sciami Umani, Clessidra dentro La sabbia.

LUCE FILIGRANATA

Non gesti quanto l'eco
Spezzato
Sceso dalla folla
All'eremo, il mio
Sonno perduto
Ma almeno l'alba
Che diviene stella;
Quante sere uccise
Eppure non scritti
Gli stessi ricordi,
Come goccia a granelli
Lontano dagli sciami
Umani, Clessidra dentro
La sabbia.
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Le distanze All'interno d'una nave nel tempio, Neve nell'anfora e fuoco Dal suolo Che Avvicinano colui che impetra Al terrore del sonno, Onirica nube. * John Collier - La Sacerdotessa di Delfi, 1889.

Le distanze 
All'interno d'una nave nel tempio,
Neve nell'anfora e fuoco
Dal suolo 
Che
Avvicinano colui che impetra 
Al terrore del sonno,
Onirica nube.

*

John Collier - La Sacerdotessa di Delfi, 1889.
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MANTICA Il sereno arcano Poggia Al suolo, Sia che dislessia D'anima, l'uggiare Dell'animale lo intorbidino Oppure per mole di piramide In sole brunito si stagli, Non importa. * Santiago Rusinol - Strada nel Bosco, 1916.

MANTICA

Il sereno arcano
Poggia
Al suolo,
Sia che dislessia
D'anima, l'uggiare
Dell'animale lo intorbidino
Oppure per mole di piramide
In sole brunito si stagli,
Non importa.

*

Santiago Rusinol - Strada nel Bosco, 1916.
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Poi la mia nebbia amata a marosi e le scarpe bagnate dall'erba, vi giuro che rinascere non è mai stato così sano qui dove la ghiandaia apre il becco e fa sparire dentro ricordi, spazio quindi freddo, gracidare e arditismi del biancospino - bello tornare a casa.

Poi la mia nebbia amata a marosi  
e le scarpe bagnate dall'erba,  
vi giuro che rinascere non è  
mai stato così sano qui dove  
la ghiandaia apre il becco e  
fa sparire dentro ricordi,  
spazio quindi freddo, gracidare  
e arditismi del biancospino -  
bello tornare a casa.