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Paolo Borrometi

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“Spero che papà sia contento...”. Ripropongo queste parole perché ogni volta che le rileggo penso ai sogni di un ragazzo, di appena 19 anni, entrato nell’Accademia di Modena. Il suo sogno era proprio quello di diventare un Carabiniere, ma le sue preoccupazioni erano quelle di

“Spero che papà sia contento...”. 

Ripropongo queste parole perché ogni volta che le rileggo penso ai sogni di un ragazzo, di appena 19 anni, entrato nell’Accademia di Modena. 
Il suo sogno era proprio quello di diventare un Carabiniere, ma le sue preoccupazioni erano quelle di
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Uccidere in pieno centro città. Sembra folle nel 2025 ma in Sicilia accade ancora. Ed è successo ad Avola. A morire uno dei delinquenti più in vista della città, già a processo per reati mafiosi: Paolo Zuppardo. Zuppardo era già stato condannato per minacce di morte nei miei

Uccidere in pieno centro città. Sembra folle nel 2025 ma in Sicilia accade ancora. Ed è successo ad Avola. 
A morire uno dei delinquenti più in vista della città, già a processo per reati mafiosi: Paolo Zuppardo. 

Zuppardo era già stato condannato per minacce di morte nei miei
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Due coltellate nello stomaco: morire così, per aver difeso un’amica. È la storia di Marco Vinci, 22 anni ed esempio per tanti che, davanti alla violenza contro le donne, si girano dall’altra parte. Lui venne ucciso otto anni fa in Sicilia, a Canicattì, nella città che vide

Due coltellate nello stomaco: morire così, per aver difeso un’amica. 
È la storia di Marco Vinci, 22 anni ed esempio per tanti che, davanti alla violenza contro le donne, si girano dall’altra parte. 

Lui venne ucciso otto anni fa in Sicilia, a Canicattì, nella città che vide
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Stava giocando a calcio, come ogni giovedì, con il padre. Stava dribblando quando si sentirono esplodere dei proiettili. Dodò - solo 11 anni - cadde a terra, colpito. Tutti corsero a soccorrerlo, il padre gli sollevò la testa, perdeva moltissimo sangue. Poi la corsa in ospedale,

Stava giocando a calcio, come ogni giovedì, con il padre. Stava dribblando quando si sentirono esplodere dei proiettili. 
Dodò - solo 11 anni - cadde a terra, colpito. Tutti corsero a soccorrerlo, il padre gli sollevò la testa, perdeva moltissimo sangue. Poi la corsa in ospedale,
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“Donai i suoi organi perché lui avrebbe voluto così” Era solo un ragazzo. Quattro proiettili lo raggiunsero all’occhio destro e alla spalla, lasciandolo agonizzante a terra. Morì a 31 anni poche ore dopo, il 7 luglio del 1996, 29 anni fa. Lui è Sebastiano D’Immè. Giovane,

“Donai i suoi organi perché lui avrebbe voluto così” 
 
Era solo un ragazzo. Quattro proiettili lo raggiunsero all’occhio destro e alla spalla, lasciandolo agonizzante a terra. Morì a 31 anni poche ore dopo, il 7 luglio del 1996, 29 anni fa. 
Lui è Sebastiano D’Immè. Giovane,
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Una lettera da brividi che va letta e riletta. Questa è quella che scrive l’avvocato Giorgio Ambrosoli alla moglie Anna, poco prima di essere ucciso. Sapeva che, facendo il proprio dovere, rischiava la vita. Leggetela: penso che sia il miglior modo per ricordarlo nel giorni

Una lettera da brividi che va letta e riletta. Questa è quella che scrive l’avvocato Giorgio Ambrosoli alla moglie Anna, poco prima di essere ucciso. 
Sapeva che, facendo il proprio dovere, rischiava la vita. 

Leggetela: penso che sia il miglior modo per ricordarlo nel giorni
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Verità: un grido disperato! 57 giorni. Sono tanti quelli che distanziano pochi chilometri: da Capaci a Via D’Amelio. I giorni che hanno cambiato tutto, nella coscienza di un popolo, nella guerra ingaggiata a uno Stato democratico. Fu la mafia certo, ma non fu soltanto la mafia.

Verità: un grido disperato! 

57 giorni. Sono tanti quelli che distanziano pochi chilometri: da Capaci a Via D’Amelio. I giorni che hanno cambiato tutto, nella coscienza di un popolo, nella guerra ingaggiata a uno Stato democratico.
Fu la mafia certo, ma non fu soltanto la mafia.
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Aspettò che si girasse per pagare il caffè e lo colpì alle spalle con diversi colpi di pistola. Leoluca Bagarella, cognato di Totò Riina, uccise così il dottor Boris Giuliano. A tradimento, alle spalle. Questa è la mafia. Invece quando si pensa a lui, al dottor Giuliano, si

Aspettò che si girasse per pagare il caffè e lo colpì alle spalle con diversi colpi di pistola. 
Leoluca Bagarella, cognato di Totò Riina, uccise così il dottor Boris Giuliano. 
A tradimento, alle spalle. Questa è la mafia. 

Invece quando si pensa a lui, al dottor Giuliano, si
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Avevamo detto “mai più” Dopo le immagini dei campi dí concentramento, la criminale follia del nazifascismo, avevamo detto “mai più”. Ed invece rieccoci qua, con immagini terrificanti e non meno brutali. Abbiamo perso nuovamente quel briciolo di umanità che avevamo costruito

Avevamo detto “mai più” 

Dopo le immagini dei campi dí concentramento, la criminale follia del nazifascismo, avevamo detto “mai più”. 
Ed invece rieccoci qua, con immagini terrificanti e non meno brutali. 
Abbiamo perso nuovamente quel briciolo di umanità che avevamo costruito
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Piccola “picciridda” come la chiamava “zio Paolo”, ovvero il dottor Borsellino. Lei, Rita Atria, aveva soltanto 17 anni ed aveva affidato la sua vita a Lui, al dottor Borsellino. Non riuscì a reggere la notizia della strage di via D’Amelio e ne fu la settima vittima. Il 26

Piccola “picciridda” come la chiamava “zio Paolo”, ovvero il dottor Borsellino. 
Lei, Rita Atria, aveva soltanto 17 anni ed aveva affidato la sua vita a Lui, al dottor Borsellino. 
Non riuscì a reggere la notizia della strage di via D’Amelio e ne fu la settima vittima. Il 26
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Cosa accadde quella notte? La paura del colpo di Stato e tre delle peggiori stragi Milano: ore 23:15 del 27 luglio 1993, è una carneficina: muoiono i vigili del fuoco Carlo La Catena, Sergio Pasotto e Stefano Picerno, l’agente di polizia municipale Alessandro Ferrari ed il

Cosa accadde quella notte? La paura del colpo di Stato e tre delle peggiori stragi 

Milano: ore 23:15 del 27 luglio 1993, è una carneficina: muoiono i vigili del fuoco Carlo La Catena, Sergio Pasotto e Stefano Picerno, l’agente di polizia municipale Alessandro Ferrari ed il
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Un esempio per le nuove generazioni… Era appena rientrato da una gita in barca, il commissario Beppe Montana, quando venne trafitto dai colpi di pistola dei killer mafiosi, sotto gli occhi della fidanzata. Il 28 luglio del 1985, 40 anni fa, era una calda domenica. Montana

Un esempio per le nuove generazioni…

Era appena rientrato da una gita in barca, il commissario Beppe Montana, quando venne trafitto dai colpi di pistola dei killer mafiosi, sotto gli occhi della fidanzata. 

Il 28 luglio del 1985, 40 anni fa, era una calda domenica. Montana
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Un boato, poi una gigantesca coltre di fumo, di polvere e di gas che avvolgeva tutto. Quel “tutto” stava dentro e intorno ad un cratere: i corpi dilaniati del Giudice Rocco Chinnici, dei due uomini della scorta, il maresciallo dei carabinieri Mario Trapassi e l'appuntato

Un boato, poi una gigantesca coltre di fumo, di polvere e di gas che avvolgeva tutto. Quel “tutto” stava dentro e intorno ad un cratere: i corpi dilaniati del Giudice Rocco Chinnici, dei due uomini della scorta, il maresciallo dei carabinieri Mario Trapassi e l'appuntato
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L’uomo nero, il magistrato, il sangue e la verità La strage di #Bologna non è solo il più grave atto terroristico avvenuto in Italia dal dopoguerra (85 persone uccise e 216 tra feriti e mutilati), è soprattutto un piano terroristico di matrice neofascista - e non solo - su cui

L’uomo nero, il magistrato, il sangue e la verità 

La strage di #Bologna non è solo il più grave atto terroristico avvenuto in Italia dal dopoguerra (85 persone uccise e 216 tra feriti e mutilati), è soprattutto un piano terroristico di matrice neofascista - e non solo - su cui
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Innamorati e felici Nino, Ida ed il loro figlio (che portava in grembo). Nino Agostino aveva capito. Aveva capito che c’era chi, con il volto dello Stato, faceva il doppio gioco. Il dottor Falcone ai suoi funerali disse: “io a questo ragazzo devo la vita”. Agostino fu

Innamorati e felici 

Nino, Ida ed il loro figlio (che portava in grembo). 
Nino Agostino aveva capito. Aveva capito che c’era chi, con il volto dello Stato, faceva il doppio gioco. 
Il dottor Falcone ai suoi funerali disse: “io a questo ragazzo devo la vita”. 
Agostino fu
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Questa foto è un pugno allo stomaco, ma un pugno che - probabilmente- ognuno di noi deve prendere. Perché quello che è accaduto nella nostra Terra, in Sicilia, non è stato uno scherzo, è stata una guerra. Quel corpo riverso sulle scale è di uno “sbirro” vero, non di uno che

Questa foto è un pugno allo stomaco, ma un pugno che - probabilmente- ognuno di noi deve prendere. Perché quello che è accaduto nella nostra Terra, in Sicilia, non è stato uno scherzo, è stata una guerra. 

Quel corpo riverso sulle scale è di uno “sbirro” vero, non di uno che
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Guardo questa foto e penso ad una figlia, Rosanna, che non ha potuto vivere con il proprio padre, strappato alla vita dai colpi di fucile il 9 agosto di 34 anni fa. Quando lei di anni ne aveva 7. Ed oggi senza giustizia. Ancora oggi. “Come se fosse normale essere uccisi per

Guardo questa foto e penso ad una figlia, Rosanna, che non ha potuto vivere con il proprio padre, strappato alla vita dai colpi di fucile il 9 agosto di 34 anni fa. Quando lei di anni ne aveva 7. 
Ed oggi senza giustizia. Ancora oggi. 

“Come se fosse normale essere uccisi per
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Crivellati da colpi di mitra nella propria auto. È la tragica morte di due ragazzi, appena ventenni: Gigi e Paolo. Come tanti ragazzi alla loro età, il 10 agosto di 25 anni fa, stavano trascorrendo la notte di San Lorenzo pianificando le proprie vacanze. E sognavano una gita in

Crivellati da colpi di mitra nella propria auto. 
È la tragica morte di due ragazzi, appena ventenni: Gigi e Paolo. 
Come tanti ragazzi alla loro età, il 10 agosto di 25 anni fa, stavano trascorrendo la notte di San Lorenzo pianificando le proprie vacanze. E sognavano una gita in
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Anas Al-Sharif raccontava ciò che accade a Gaza, l’atroce morte, la Continua strage di bambini, donne e uomini innocenti. Anas raccontava e non andava via da lì, perché raccontare era più importante della sua stessa vita. Raccontare, appunto. Ed è questo quello che Benjamin

Anas Al-Sharif raccontava ciò che accade a Gaza, l’atroce morte, la
Continua strage di bambini, donne e uomini innocenti. 
Anas raccontava e non andava via da lì, perché raccontare era più importante della sua stessa vita. 
Raccontare, appunto. Ed è questo quello che Benjamin
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Quanti vostri figli, nostri amici, sono in giro per le strade delle nostre città nelle sere d’estate? Mauro Maniglio, soltanto 18 anni, la notte del 13 agosto era con il cugino in sella alla moto, stava per raggiungere gli amici quando un killer della mafia pugliese fece fuoco.

Quanti vostri figli, nostri amici, sono in giro per le strade delle nostre città nelle sere d’estate?
Mauro Maniglio, soltanto 18 anni, la notte del 13 agosto era con il cugino in sella alla moto, stava per raggiungere gli amici quando un killer della mafia pugliese fece fuoco.